La Fiaccola Alpina giunta alla 68° edizione non mostra segni di invecchiamento o stanchezza. L’iniziativa quest’anno, il 1° novembre, è stata graziata da un tempo splendido e mite, e l’alzabandiera mattutina a Timau ha fatto sollevare lo sguardo verso le cime delle montagne baciate dal sole e senza traccia di neve.
   La S. Messa celebrata da don Albino, partecipata dalla comunità di Timau con l’accompagnamento del coro, ha preceduto l’accensione della Fiaccola: significativa e degna di nota la partecipazione dei ragazzi delle scuole con la lettura di alcuni brani scelti per l’occasione. Poi la partenza: Fiaccola e tedofori a bordo della Jeep, presidente Paolo Verdoliva in testa e scorta dei Carabinieri nello snodarsi delle tappe lungo la valle del But (Monumento alle Portatrici carniche di Timau, Paluzza, Sutrio, Piano d’Arta, Zuglio) fino alla sosta di Tolmezzo per giungere ad Amaro sotto la mole dell’Amariana con lo sguardo verso il S. Simeone e con il pensiero al terremoto del 1976.
   Si prosegue ormai verso la pianura, ma il fuoco sacro ha già acceso altre fiamme che lo porteranno nelle numerose valli alpine, per giungere, dopo la tappa di Gemona, al Cimitero Alleato di Adegliacco con le sue croci su un perfetto prato verde, e poi al Tempio Ossario di Udine nella sua severa Cripta davanti alla statua dell’Alpino.
Le tappe successive portano al Tempio dei Dispersi in Russia di Cargnacco, dove il cuore degli Alpini batte sempre più forte, a Palmanova al Cimitero Austro-ungarico fuori le mura, quest’anno l’incontro con i ragazzi dei campi Scuola ANA. Si prosegue velocemente, con sosta a Cervignano, in direzione Aquileia dove la fiamma si dirama verso Trieste davanti alla tomba dei Militi Ignoti e Maria Bergamas . Viene raggiunto il mare: prima a Grado e poi a Fossalon dove si rinnova il gemellaggio con i Marinai con una sentita partecipazione di cittadini per arrivare poi al centrale Monumento di Monfalcone in una condivisa cerimonia.
   Infine Gorizia: “La Santa”. Al Parco della Rimembranza oltre alle autorità è schierata una formazione dei Lancieri della Brigata Pozzuolo e dopo l’accensione del braciere la fiaccola raggiunge Oslavia portata di corsa dai Tedofori Alpini. La giornata si conclude in preghiera nella cripta del Sacrario assieme agli amici della Croce Nera con la S. Messa celebrata da don Sigismondo Schiavone e la Preghiera ai Caduti recitata dal ten. colonello Antonio Esposito del Comando Brigata Alpina Julia.
   Da rimarcare una buona partecipazione sia di cittadini che di Alpini alle cerimonie delle varie soste della Fiaccola: in Carnia, nonostante la giornata festiva, hanno partecipato anche i ragazzi delle scuole; gradita la presenza da Timau, lungo il percorso, fino alla sera ad Oslavia, del ten. colonello Massimiliano Fioretti, direttore del Sacrario di Redipuglia, con alcuni collaboratori.
   Il 4 novembre la Fiaccola riprende il percorso in terra isontina portando, nelle varie tappe, il suo saluto ai Caduti davanti a monumenti, steli e cimiteri, vincitori o vinti sotto ogni bandiera, per giungere al Sacrario di Redipuglia per l’ultimo atto nella solenne cerimonia nella Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.
Presenti il Presidente del Senato on. Ignazio La Russa e la M.O.V.M. Paola Del Din, la Fiaccola ha di nuovo acceso i bracieri ai lati del primo gradone della scalinata: questo non avveniva da diversi anni, prima per i lavori di manutenzione e poi per il Covid.
   L’accensione della Fiamma ha davvero fatto aprire il cuore di tutte le Penne Nere perché essa è “Alpina” per essere stata ideata e poi tenacemente mantenuta in vita negli anni dagli Alpini e porta in sé quell’idea di “Fraternità” fra uomini e popoli diversi indispensabile per ottenere quella Pace tanto necessaria nell’attuale contesto mondiale.