IIl Gruppo Alpini di San Lorenzo di Mossa, ora Isontino, è nato il 2 Aprile 1963, il nono della Sezione Alpini di Gorizia, per desiderio e volontà di alcuni “veci” ed altri giovani, appena terminato il servizio militare.
La prima convocazione fu fatta a San Lorenzo nella trattoria di “Turus Antonio”, sotto la presenza del dott. Italo QUERINI, allora Presidente della Sezione Alpini di Gorizia.
Volevamo ricordare e rivivere i momenti, i sentimenti provati in quei mesi; le amicizie strette durante i periodi di vita comune, forse i primi lontani dal proprio paese. Ma soprattutto poter portare ancora con orgoglio quel cappello tanto amato. Così nacque il Gruppo Alpini di San Lorenzo Isontino.
Anno dopo anno, la nostra famiglia aumentò. Ci furono giornate e gite trascorse assieme e in allegria, sagre paesane organizzate al campo sportivo, incontri con altri Gruppi Alpini, Adunate Nazionali, aiuti a chi ne aveva bisogno, missioni di pace e protezione civile.
Purtroppo però, arrivò il triste maggio del 1976. La terra tremò e ci furono morti e distruzione. Da quel momento il nostro Gruppo non pensò ad altro che non fosse la solidarietà e l’aiuto nella ricostruzione. Trascorremmo tutte le nostre giornate libere lassù, anche i sabati e le domeniche. Per rendere più agevole e veloce il nostro lavoro, il Capogruppo Ugo VISINTIN, impresario, portò con il suo camion delle impalcature, una gru ed una impastatrice.
Al nostro fianco c’erano gli Alpini di Lorenzago di Cadore. Naturale la nascita di una profonda amicizia. Organizzammo gite sociali presso il loro paese, trascorrendo ore liete sia in Cadore che a San Lorenzo. Nel 1997 venne celebrato il gemellaggio ufficiale.
Quando a Settembre 1976 il cantiere chiuse la sua attività, noi continuammo da soli fino a novembre. In quell’arco temporale, dal nulla ereggemmo una casa per una famiglia che rischiava di passare l’inverno esposta ai rigori del freddo.
In questo nostro impegno costante “contagiammo” anche gli abitanti del paese, pensionati compresi. Un grosso contributo ci venne dal nostro Socio, Ortensio Silvano VISINTIN, geometra e componente del Consiglio di Amministrazione della Cassa di Risparmio di Gorizia. Lui pensò al disegno e al disbrigo di tutte le burocrazie.
Ultimati i lavori la padrona di casa ci commosse quando pronunciò queste parole:
“Farò due chiavi, una per me ed una per voi, perché questa casa è anche vostra”.
Per testimoniare il suo grazie la Sig.ra Rosa fece apporre una scritta sul marmo: “Gruppo Alpini di San Lorenzo”.
Per l’impegno profuso, il nostro Capogruppo Ugo VISINTIN, ricevette il Cavalierato su interessamento del carissimo Gen. Sergio MENEGUZZO, allora Capocantiere ad Attimis e del Presidente Italo QUERINI.
Quando il sereno tornò su questa terra martoriata, anche dentro di noi si fece sempre più forte il desiderio di una casa tutta nostra. Nel 1984 il Comune di Attimis quale segno di riconoscenza, ci regalò una baita in legno. Il comune di San Lorenzo mise a nostra disposizione il terreno. Nacque la nostra Sede, aperta a tutti.
A questo punto il pensiero si fa triste perché rivediamo la figura di Franco MUSINA, l’Alpino al quale abbiamo dedicato la baita. Non era un caduto in guerra ma un ragazzo pieno di vita, esuberante e dinamico. Un Alpino che avrebbe dato molto agli altri. Sempre entusiasta, pronto a mettere a disposizione tutto il suo sapere, i suoi materiali e i suoi mezzi. Ma il Signore aveva già preparato per lui un lavoro più grande. Quello nel “Paradiso di Cantore”.
Ogni anno, a Pentecoste, celebriamo la nostra festa con la Santa Messa e nel Parco antistante la Sede si raduna gran parte del paese. Nel Settembre del 1984 davanti al notaio Giacomo Vittorio BUSILACCHIO a Cormòns, venne legalizzata la Sede del Gruppo.
Nel 1992, in occasione dell’Operazione “Sorriso”, devolvemmo il denaro raccolto, alla festa di Pentecoste, per la costruzione dell’asilo a Rossosch. Durante l’estate, alcune famiglie di San Lorenzo ospitarono dei bambini di Cernobyl. Noi contribuimmo con l’acquisto di scarpe, indumenti, materiale scolastico e zainetti per il loro rientro a casa.
Così anno dopo anno, “Pentecoste dopo Pentecoste”, il tempo è trascorso. Molti sono “andati avanti” poche le reclute iscritte. Siamo in 36 ma lo spirito e sempre quello.
La voglia di continuare è forte e guardiamo quindi con serenità al futuro.