BERNARDIS Ferrucio

Nato a Veglia nel 1906 da un impiegato statale trasferito in quella città per aver partecipato ad una manifestazione italiana; nel 1918 si ritrova profugo con la famiglia a Gorizia dove frequenta il collegio ‘Dante Alighieri”. Nel 1928 si laurea a Bologna in giurisprudenza. Chiamato alle armi frequenta il Corso Allievi Ufficiali di Complemento a Bra e nel 1929 viene assegnato al Gruppo “Belluno” del 2° Reggimento Artiglieria Alpina. Richiamato, partecipa alla campagna di Grecia-Albania con la Julia nel 3° Reggimento.
E’ il primo Sindaco di Gorizia democraticamente eletto del dopoguerra. Siamo nel 1948: l’incubo dei confini duramente contesi dalla Jugoslavia di Tito è finito da poco e l’Amministrazione Militare Alleata aveva chiuso un anno prima, restituendo Gorizia all’Italia.
In momenti difficili, quasi di smarrimento, regge le sorti della città fino al 1961 con fermezza sorretta da alto senso civico e morale e con radicati ideali di italianità. “La situazione della città era gravissima, per cui mi riproposi di dare tutto me stesso a quella che ho sempre considerato deve essere una disinteressata e sentita missione a favore della città proponendomi di studiare, giorno per giorno il progetto cittadino, di non fare discriminazioni per diversità di partito, di etnie o d’altro”.
E’ stato il sindaco della “rinascita” di Gorizia soprattutto per le numerose opere che vengono realizzate durante il suo mandato. Ci lascia il 5 gennaio 1993.
Socio dell’Ana di Gorizia ha fortemente voluto la realizzazione della “Campana Chiara” al Sacrario di Oslavia. “Chiara” è la Santa davanti alla quale retrocedettero bande di armati saraceni che volevano invadere Assisi. Il progetto è stato preparato dall’alpino Paolo Caccia Dominioni, mentre un altro Alpino, il gen. Ricagno che comandò la “Julia” in Russia, e all’epoca Commissario per le Onoranze ai Caduti, ne ha facilitato l’esecuzione “per quanto di sua competenza” e assicurato un contributo per il completamento dei lavori. La realizzazione è stata resa possibile grazie alle offerte che giunte da ogni parte d’Italia hanno coperto gran parte delle spese.
Nel 2008 su proposta dell’ANA di Gorizia l’Amministrazione Comunale gli ha intitolato una via.